Evoluzione del calcestruzzo

Con il termine “Calcestruzzo” si ...

Evoluzione del calcestruzzo

Con il termine “Calcestruzzo” si intende un preciso materiale da costruzione conglomerato costituito da un mix di acqua, un legante ed una miscela variabile di aggregati fini e grossi, solitamente sabbia e ghiaia , ed in base alle necessità, degli additivi o minerali, capaci di cambiare le caratteristiche fisiche e chimiche, oltre che la resa del conglomerato stesso. Sia da fresco che da indurito.

Solitamente il legante utilizzato è il cemento che, idratandosi con l’acqua, fa presa e indurisce conferendo alla miscela una resistenza del tutto simile a quella delle rocce che troviamo in natura. Non a caso da secoli fino ad oggi, viene utilizzato per realizzare le parti strutturali degli edifici ed è il materiale da costruzione più impiegato al mondo. Ed è proprio la sua somiglianza con la roccia naturale che lo rese celebre in antichità, per la possibilità appunto di creare rocce di qualsiasi forma o dimensione in base alla necessità del momento. I Romani però furono il popolo che cambiò nettamente l’utilizzo di questo materiale, applicandolo per la realizzazione non solo di edifici e mura di cinta, ma anche di strade, cisterne o monumenti. Opere che sono arrivate fino ai giorni nostri e diventate famose proprio per il modo in cui il calcestruzzo veniva utilizzato, ossia per rinforzare la mescolanza di materiali inerti come residui di pietre o mattoni. La scoperta della pozzolana usata come malta segnò una ulteriore rivoluzione nella realizzazione di opere murarie, oltre ad essere considerato il vero segreto di tutte le costruzioni di epoca romana, tramandato poi nei secoli. Questa infatti faceva presa e induriva, anche in acqua, senza la necessità del contatto con l’aria, consentendo così la produzione di malte ad alta resistenza e rapido indurimento. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente cominciò però un inesorabile declino nella qualità delle costruzioni e la maniera di realizzare calcestruzzo come facevano i Romani venne dimenticata, dimenticando l’utilizzo della stessa pozzolana. Tale declino proseguì per tutto il medioevo e venne progressivamente dimenticata la tecnologia del calcestruzzo in favore di più semplici metodologie costruttive, sostituendo il legante cemento con grassello di calce. Calcestruzzo che però fece ritorno a partire dal XIV secolo in avanti, subendo costanti miglioramenti, come l’applicazione di materiali sempre più performanti , anche grazie alla scoperta di additivi rinforzanti come l’applicazione di alcune impurezze argillose , in quanto le impurità di silice e allumina, presenti nell’argilla formano dei silicati e alluminati di calcio capaci di indurire sott’acqua, s’iniziarono le sperimentazioni nella cottura di miscele artificiali di calcare e argilla a temperatura sempre più elevata fino ad arrivare a una rudimentale scarificazione del prodotto finale. Soprattutto in Inghilterra e in Francia, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, le scoperte e gli sviluppi di quegli anni portarono alla nascita dei primi cementi, fino a quando nel 1860 M. Chatelier stabilì la composizione chimica del cemento consentendo così la produzione industrializzata del calcestruzzo.

 

 

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